L’impaginato architettonico della facciata, interamente realizzato in conci squadrati di trachite rosa, si propone con un fronte a timpano sul quale si spiega, nell’ordine superiore, un rosone centrale con raggiera posto tra due oculi, da cui la luce giunge all’aula interna.
Notevole la decorazione scultorea che arricchisce l’ordine inferiore: qui, la suggestione maggiore deriva dal singolare plasticismo del portale, caratterizzato dalla presenza degli effigi di S. Pietro e di S. Paolo, rispettivamente poste a sinistra e destra sui capitelli delle colonnine laterali dell’archivolto a tutto sesto, mentre sul fiorone in posizione centrale, spicca la raffigurazione scultorea di S. Giorgio con il drago. La significativa rappresentazione scultorea del portale, oltre a risultare un unicum in Sardegna, rivela elementi estranei alla tradizione isolana e testimonia un diretto contatto con modelli che si inquadrano in ambito catalano e siciliano.
All’interno, la scansione degli spazi e l’articolazione dei volumi mantiene un ritmo orizzontale e propone una ricca ornamentazione plastica nei robusti pilastri poligonali, dove spiccano gli elementi floreali e zoomorfi scolpiti sui capitelli.
Tra le opere che un tempo adornavano la chiesa si deve ricordare il celebre “Retablo di S. Giorgio”: in origine sull’altare maggiore della chiesa, è attualmente custodito nel Museo diocesano realizzato all’interno della chiesa parrocchiale di Santa Maria degli angeli, nella stessa Perfugas.
La pala d’altare, ritenuta per le notevoli dimensioni la più grande dell’Isola, si pone come uno degli esempi più significativi di questo particolare genere di pittura figurativa cinquecentesca, di ambito artistico sardo. Realizzata nel XVI secolo da un anonimo pittore tardo manierista noto come “Maestro di Perfugas”, essa spiega, in una struttura lignea composta da quattordici pale, il tema dei Misteri del Rosario.
(Note: le foto sono di proprietà di Antonello Salis - 03/2017, le informazioni e la descrizione sono state trascritte dalla cartellonistica in loco, dinnanzi all'impianto medesimo)
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